Uscimmo a riveder le stelle: il cielo di Dante

Dante fu poeta e uomo di cultura. Nella Divina Commedia si trova – raccolta in versi – una moderna enciclopedia, con tutte le “conoscenze” del tempo. Non solo il sapere teologico, filosofico e letterario ma anche fisico e astronomico del Medioevo.

Nella Divina Commedia il poeta ricorre spesso all’astronomia, definita astrologia, secondo l’uso corrente al suo tempo, per conferire al suo viaggio simbolico un elemento di concretezza e “orientare” il lettore nel meandri allegorici. Infatti, l’astronomia nel viaggio di Dante è uno strumento concreto per valutare, per esempio, i tempi e le date.

Qual era la visione del Cosmo all’epoca di Dante? E quali erano le sue conoscenze di astronomia? La cosmogonia dantesca si basa su una visione del Cosmo che vedeva la Terra immobile al centro dell’Universo, intorno alla quale ruotano, in un movimento rigido, Sole e Luna. A chiudere questi cerchi c’è la sfera delle stelle fisse.

Dante sapeva utilizzare il cielo per orientarsi, conosceva infatti il moto delle stelle e pianeti.

In un viaggio virtuale nello spazio e nel tempo – possibile grazie alla simulazione del cielo del Planetario digitale – torneremo a “riveder le stelle” di Dante e rivivremo alcune avventure della Divina Commedia con l’occhio dell’astronomo Dante.